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Le moulin de « ghjirboni »

Il mulino a ruota orizzontale Questo tipo di mulino, molto antico, era predominante sull'isola. Veniva usato per lavorare piccole quantità di grano. La sua costruzione fu rapida. La semplicità del suo meccanismo ne ha fatto uno strumento adatto alla produzione agro-pastorale dell'isola. Gli abitanti del villaggio si sono raggruppati per costruire, far funzionare e mantenere il mulino. Così il mulino Ghjirboni era di proprietà di quattro abitanti di Curtichjatu. La ruota motrice orizzontale era posta sotto l'edificio, nel seminterrato. Era direttamente collegato alla macina rotante del piano superiore da un albero di trasmissione verticale. L'acqua veniva forzata sulla ruota a cucchiaio, che a sua volta azionava la macina superiore (una màcina suprana). L'estrazione delle macine Le macine utilizzate dai mulini di Cutuli è Cutichjatu sono state estratte dal letto del fiume. Alcuni di essi sono ancora visibili lungo il sentiero. La tecnica utilizzata consisteva nello scavare una trincea tutto intorno alla futura macina, i cui contorni venivano tracciati sulla roccia. Una volta completato il lavoro di contorno, i picconi venivano inseriti nelle tacche scavate sotto la pietra per sollevare la macina dalla sua base, usando un sistema di leve. Questa fase era la più delicata. Per questo lavoro erano necessarie forza fisica, pazienza e precisione. Infatti, i tentativi di estrarre la pietra potrebbero fallire. Una crepa nella ruota potrebbe causarne la rottura. Bisognava ricominciare tutto da capo. Il rinnovamento delle mole Con il tempo, le macine di un mulino si consumano e perdono il loro mordente. Avevano quindi bisogno di essere "ri-vestiti", cioè ri-tagliati per far rivivere i graffi incisi sulla loro superficie. La qualità di questa medicazione ha permesso di ridurre la forza motrice necessaria per far girare il mulino, per ottenere una resa di farina adeguata e una buona macinatura. Ogni mugnaio aveva questo know-how. Misuri è segni mulinaghji Per pagare il suo lavoro, il mugnaio prendeva u dèlmu, cioè un decimo della produzione di farina. La quantità è stata misurata con il bacinu (il decalitro). I segni dei mugnai (segni mulinaghji) erano anche usati come unità di notazione per registrare il peso sui sacchi di farina. Anche se differivano da una microregione all'altra, si trasmettevano oralmente tra diverse generazioni di mugnai. Questo sistema permetteva di marcare i sacchi con barre orizzontali e verticali e un cerchio.
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