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Abitato Fortificato di Ghiaccioforte, Scansano

Ghiaccio Forte è un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Scansano, nella provincia di Grosseto, nella valle del fiume Albegna, il bel fiume che nasce alle pendici del monte Amiata e sfocia in mare nell’ampio seno tra l’Argentario e Talamone.
Ghiaccio Forte è un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Scansano, nella provincia di Grosseto, nella valle del fiume Albegna, il bel fiume che nasce alle pendici del monte Amiata e sfocia in mare nell’ampio seno tra l’Argentario e Talamone. Ghiaccio Forte è un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Scansano, nella provincia di Grosseto, nella valle del fiume Albegna, il bel fiume che nasce alle pendici del monte Amiata e sfocia in mare nell’ampio seno tra l’Argentario e Talamone. Nella parte bassa della valle, fra la fine del VIII fino a VI sec. a.C., vissero floridi centri etruschi. Prima Marsiliana, con le tombe dai corredi “principeschi”, e poi Magliano, con una fitta distribuzione di necropoli diffusamente ricche, testimoniano l’agiatezza che derivava dal controllo delle risorse agrarie delle fertili colline e dal controllo delle vie di transito, l’una tra nord e sud attraverso i guadi dell’Albegna e l’altra che ne risaliva il corso verso l’Etruria interna, in direzione di Volsinii (Orvieto) e Chiusi. Ghiaccio Forte si presenta di grande interesse per lo studio dell’architettura e dell’urbanistica etrusca in età ellenistica (IV-inizi III sec. a.C.) perché dopo la sua distruzione da parte dei Romani, avvenuta intorno al 280 a.C. come per la vicina Vulci, non ci sono stati altri interventi umani a disturbare il deposito archeologico, fino alle arature meccaniche del secondo dopoguerra. Perciò le strutture spesso si conservano come congelate al momento della loro distruzione e del crollo. Un circuito murario, ora visibile in pochi tratti, recinge i quasi quattro ettari della sommità pianeggiante del colle. Come tutte le città etrusche presenta una cinta muraria costruita con base di ciottoli ed elevato in mattoni crudi (lunga circa 1 km, spessa in media 4m e che probabilmente raggiungeva gli 8 metri di altezza) e con tre Porte Rituali di accesso (una quarta porta è stata aperta per errore durante gli scavi). Come molte altre città etrusche (tra cui Roselle) si sviluppa su due colline vicine nelle quali erano in una l'acropoli, nell'altra l'area metallurgica, mentre nella valle tra le due colline era il Foro. Nella città era presente probabilmente un tempio, dotato di una stipe votiva in cui sono stati ritrovati interessanti oggetti come una collezione di teste votive e soprattutto una statuetta raffigurante un vendemmiatore che impugna una roncola nella mano destra (ora esposti nel museo Archeologico di Scansano). Il museo offre un interessantissimo percorso per scoprire come già dall’antichità nella valle dell'Albegna si fosse affermata una complessa filiera per lo sfruttamento vinicolo, che trova una straordinaria corrispondenza con l'odierna produzione del Morellino di Scansano e delle altre pregevoli DOCG della valle. Gli Etruschi coltivavano le viti come le vedevano crescere spontaneamente nei boschi. La vite è un arbusto rampicante, una specie di liana. In un bosco, il suo ambiente naturale alle nostre latitudini, tende ad arrampicarsi su un albero per raggiungere il più possibile la luce. Non è però una specie parassita: la vite non interferisce con l’albero su cui s’aggrappa. Questa modalità di coltivazione etrusca è detta vite maritata. La vite è come “sposata” all’albero a cui s’avvinghia. Le viti erano allevate su pioppi, aceri, olmi, ulivi ed alberi da frutto vari. In origine non erano potate, più tardi furono soggette a potatura lunga. La vite quindi tendeva a crescere molto, ad avere tralci anche lunghissimi. La raccolta dell’uva era effettuata con le mani o con falcetti, con scale appoggiate agli alberi, oppure usando strumenti dal manico molto lungo. Ancora oggi presso l’abitato di Ghiaccioforte è possibile vedere viti maritate alte oltre 10 metri in uno scenario che riporta al tempo degli etruschi.
Scansano
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