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Un'economia di sussistenza

Il paesaggio che vedete davanti a voi non è più rappresentativo dell'economia tradizionale che ha modellato la zona per secoli, a parte alcune testimonianze come i muri a secco delle terrazze di coltivazione e questo piccolo edificio dal tetto piatto dove si conservava la paglia: il "pagliaghju". Queste aree, ora coperte dalla macchia, erano in gran parte dedicate alle colture di cereali, la base della dieta: grano, orzo, avena. La resa per ettaro era molto modesta, richiedendo una coltivazione estensiva in un clima in cui le scarse precipitazioni e l'impossibilità di irrigazione non offrivano altre alternative. Questa cultura richiedeva molto lavoro, dalla semina al raccolto, ed era anche uno dei pilastri della vita comunitaria. L'estate era il tempo del raccolto e dello scarico dei covoni, che si faceva con una tecnica molto diffusa nel Mediterraneo: muli o buoi trascinavano una pietra pesante, il "tribbiu", con l'aiuto di una catena di ferro, su una superficie pietrosa, l'"aghja" (aia), questa pietra rotolando sui covoni separava il grano dalla paglia. Queste aie sono sempre situate in luoghi esposti al vento perché il vento era essenziale per completare le operazioni: sollevando la miscela di paglia e grano con una forchetta, il vento portava la paglia leggera più lontano e si formava un mucchio di grano ai piedi degli uomini. Occi ha due belle aie, una all'uscita sud del villaggio e l'altra che lo domina su un piccolo sperone. L'allevamento era l'altra attività essenziale per la sopravvivenza delle comunità. All'inizio del XX secolo, Lumiu aveva più di 25 famiglie di pastori con più di 2000 capi di pecore e capre. Fu a Lumiu, nel 1893, che fu fondato il primo caseificio semi-industriale della Balagne. Infine, l'olivo occupava gli spazi rimanenti (10% della superficie coltivabile di Occi nel XIX secolo), la sua estensione e la sua supremazia in Balagne risale al XVIII secolo con un incentivo delle autorità pubbliche nella prima metà del XIX secolo. Grazie a questi sforzi l'olio d'oliva fu addirittura soprannominato "acqua di Balagna (l'acqua di Balagna) dai corsi. Il ritorno a Lumiu è lungo un sentiero fiancheggiato da muri a secco che si unisce a una piccola pianura dove si trova la cappella della "Stella" ai piedi del monte Bracaghju (556 metri). Su questo sperone roccioso c'era un castello fortificato che nel Medioevo controllava la parte occidentale della Balagna, roccaforte del temibile signore Malafede Savelli Pinasco. È possibile che Occi sia in parte legato a questa roccaforte, alla quale potrebbe servire da "villaggio staffetta" con la pianura.
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