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Valle di Spanu

Questo punto di vista rivela un vasto panorama della facciata marittima dell'attuale comune di Lumiu: il cuore di questo panorama è la valle di Spanu che si estende, nella parte alta, da un piccolo passo che confina con il vicino comune di Lavatoghiu fino alla punta rocciosa di Spanu che fronteggia l'isolotto omonimo nel mare. Questa valle è emblematica del destino delle popolazioni costiere della Corsica nel corso dei secoli: tra periodi di prosperità e periodi di grande insicurezza derivanti dal mare. Ci sono due possibilità per l'origine del suo nome: prima di tutto, l'aggettivo spanu, che in corso designa un colore marrone cenere con un bagliore rossastro, tipico di certi manti animali, ma anche della copertura vegetale esistente in questo luogo. O ancora il nome spannu che traduce una rivelazione, uno svelamento. Intorno al V secolo, questo bacino era coperto da un habitat diffuso dove sorse un piccolo gruppo di abitazioni chiamato capo a le pagliaje, che prefigurava il borgo di Spanu adiacente al torrente omonimo. Due chiese testimoniano la presenza di queste popolazioni costiere: Sant'Ambrosgiu di Spanu, una chiesa medievale databile all'XI secolo, costruita sui resti di un edificio paleocristiano del IV o V secolo, e San Niculaiu di Spanu della fine dell'XI secolo. Entrambi i santuari furono donati dai signori locali all'abbazia italiana di San Venerio del Tino situata a Porto Venere nel Golfo di La Spezia. Questo pacifico litorale fu sottoposto prima alle esazioni dei Vandali a partire dal 455 d.C., a quelle dei Mori a partire dall'VIII secolo e poi alle incursioni barbariche, costringendo la popolazione ad abbandonare gradualmente la pianura, fonte del loro sostentamento, per rifugiarsi sulle alture naturalmente difensive di Occi.
Lumio
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