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La pieve di San Verano si trova all’interno del borgo medievale di Peccioli. Del castello erano proprietari i membri della famiglia della Gherardesca, che nel XII secolo lo cedettero al vescovo volterrano. A questa fase risale probabilmente la costruzione della pieve, che sorge proprio alle spalle della piazza pubblica dove si trova il palazzo Pretorio.

La pieve di San Verano si trova all’interno del borgo medievale di Peccioli. Del castello erano proprietari i membri della famiglia della Gherardesca, che nel XII secolo lo cedettero al vescovo volterrano. A questa fase risale probabilmente la costruzione della pieve, che sorge proprio alle spalle della piazza pubblica dove si trova il palazzo Pretorio. La pieve, costruita su un alto basamento che bilancia la pendenza del terreno, si affaccia su una terrazza da cui si gode una meravigliosa vista panoramica sulle colline della Valdera. All’esterno spicca l’eclettico campanile progettato dall’architetto pontederese Luigi Bellincioni. Contiguo alla chiesa è stato allestito il Museo d’arte sacra, che ospita preziosi dipinti, croci processionali e arredi sacri. L’edificio, costruito su un alto basamento, ha un impianto a tre navate, oggi senza abside. La facciata conserva a fatica le caratteristiche romaniche: è scandita da lesene e da decorazioni a losanghe realizzate con un’arenaria locale, fortemente soggetta all’erosione dei venti e per questo frequentemente sostituita. Il prospetto principale risulta spartito in due ordini orizzontali da una cornice marcapiano. L’ordine inferiore è caratterizzato da cinque arcate cieche sorrette da lesene a sezione rettangolare. Sotto ogni arcata si apre una losanga a gradoni. Nell’arcata centrale, maggiormente rialzata, si apre il portale principale. L’ordine superiore della facciata, scandito da lesene, è caratterizzato dalla bifora e da decorazioni a losanghe. Sul fianco destro si aprono un portale in pietra serena, una monofora archiacuta e una finestra rettangolare. Nell’ordine superiore si aprono una serie di lunette semicircolari, aperte probabilmente durante i lavori ottocenteschi. L’interno è suddiviso in tre navate di sei campate sorrette da cinque sostegni, ossia da quattro colonne in laterizio con capitelli in pietra, sostituiti nel XIX secolo, e, nella zona presbiteriale, da un pilastro a sezione quadrata, a cui sono state addossate delle semicolonne sormontate da capitelli ionici. Poche sono le informazioni documentarie relative alla costruzione medievale della pieve di Peccioli. Non conosciamo committenti, né architetti, né famiglie legate a questo evento. La struttura medievale, databile al XII secolo, rispecchiava l’impianto di un edificio a tre navate absidato; l’abside è stata in seguito demolita. Alla fine del Cinquecento, l’impianto romanico della pieve è stato modificato con l’apertura di due cappelle laterali sul fianco sinistro, dedicate al SS. Sacramento e all’Assunta. Al XII secolo, periodo in cui è stata edificata la struttura attuale, risalgono preziose testimonianze artistiche, conservate all’interno del Museo d’arte sacra, allestito nella Cappella dell’Assunta e nella Sacrestia. Di particolare rilievo è la “Madonna col bambino”, detta delle Grazie, attribuita ad Enrico di Tedice e databile alla prima metà del XIII secolo. Al 1464 risale la Madonna e santi di Neri di Bicci. L’intervento più significativo che ha riguardato la pieve è certamente la costruzione del campanile neogotico che ha cambiato profondamente l’orizzonte visibile del paese. A fianco della pieve spicca il campanile a torre, costruito intorno al 1885 da Luigi Bellincioni. L’architetto-ingegnere pontederese progettò una cuspide piramidale dalle forme inconsuete, che suscitarono all’epoca molte polemiche. L’intervento non si intonava allo stile romanico della pieve e si racconta che i parrocchiani furono costretti a vendere le proprie pellicce per finanziarlo. Per questo fu soprannominato il «campanile di pellicce».

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