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Cattedrale di Santa Maria, Volterra

Nel cuore di Volterra, piccolo scrigno di tesori etruschi, romani, medievali e moderni, alle spalle della piazza dei Priori, si trova la cattedrale. La cattedrale si mostra oggi come un complesso monumentale stratificato, in cui l’impianto medievale ancora percepibile è stato modificato dalle aggiunte successive.
Nel cuore di Volterra, piccolo scrigno di tesori etruschi, romani, medievali e moderni, alle spalle della piazza dei Priori, si trova la cattedrale. La chiesa si mostra oggi come un complesso monumentale stratificato in cui l’impianto medievale, ancora percepibile, è stato modificato dalle aggiunte successive. Attribuito erroneamente a Nicola Pisano da Giorgio Vasari, l’edificio è stato costruito tra la fine dell’XI e il XII secolo, quando nel territorio si diffusero i modi di costruire dei maestri pisani, fiorentini e senesi. All’interno si conserva un magnifico pergamo marmoreo, realizzato dalla bottega del maestro Guglielmo, e una bellissima Deposizione lignea del XIII secolo. Singolare è la posizione del campanile, un’alta torre in paramento bicromo costruita nel XV secolo a margine della piazza. La cattedrale di Volterra rappresenta un esempio originale di architettura romanica, in cui si sono fusi linguaggi provenienti da aree culturali diverse (Pisa, Firenze, Lucca, Siena, area lombarda). L’edificio, rimaneggiato in diverse epoche, si presenta come una pianta a croce latina accresciuta attraverso l’apposizione di vari corpi di fabbrica. La facciata è suddivisa in tre livelli da cornici marcapiano in tufo di Pignano. La parte basamentale è caratterizzata dal portale centrale in marmo bianco, sormontato da una lunetta semicircolare in marmi bicromi decorata con motivi geometrici. Il portale è affiancato da due archi ciechi poggianti su pilastri, al cui interno sono inserite losanghe gradonate, gli archi non sono ripetuti sulle porzioni di facciata corrispondenti alle navate minori. In questi spazi si aprivano in origine i due portali laterali, di cui ne rimane visibile soltanto uno, anche se tamponato. Nel registro superiore si apre un grande rosone. Nell’ultimo registro corrono gli archetti pensili poggianti su lesene, che seguono il profilo del tetto a spioventi; nello spazio centrale è collocato un piccolo rosone decorato con marmi bianchi e verdi a simboleggiare la forma del sole. Gli archetti pensili in tufo di Pignano corrono lungo entrambi i fianchi laterali e sono sormontati da una fascia decorata a motivi vegetali e geometrici. Il fianco destro è caratterizzato da archi ciechi poggianti su lesene a sezione semicircolare, agganciate alla muratura portante grazie a conci ad aletta, che si ritrovano nelle murature specializzate costruite dalle maestranze pisane a Pisa, in Sardegna e in Corsica. All’interno lo spazio è suddiviso in tre navate da due file di arcate su colonne, l’area presbiteriale è fortemente rialzata ed ospita alcune importanti cappelle. La tradizione narra che la prima cattedrale sorgesse sul piano di Castello, dove oggi si trova il parco archeologico “Enrico Fiumi”; alcuni studiosi sostengono invece che fosse stata edificata nell’area di Monte Bradoni. Tra l’VIII e il IX secolo fu costruita una nuova cattedrale nella sede attuale. L’edificio è stato quindi ampliato tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo. Per lungo tempo Giorgio Vasari ha contribuito a radicare l’idea, sbagliata e rimasta invariata nella storiografia, che l’intervento fosse da attribuire a Nicola Pisano e da posticipare al XIII secolo. La pianta ha assunto la conformazione attuale nel corso dei secoli. Tra il XIII e il XIV secolo viene modificata la zona absidale: viene costruito un nuovo coro e vengono aggiunte delle cappelle, destinate ad ospitare alcuni capolavori di scultura e di pittura. In epoca controriformata, tra Cinquecento e Seicento, gli interni della cattedrale vengono adeguati alle nuove esigenze liturgiche: si costruiscono nuovi altari e si abbelliscono con quadri di importanti pittori. Nel 1580 il volterrano Francesco Capriani, architetto già famoso nella Roma papale, avvia un progetto di restauro dell’intero edificio, realizzando tra l’altro un bellissimo soffitto a cassettoni, di cui oggi si conservano alcune parti nel Museo di Arte Sacra. La facciata della cattedrale ha mantenuto evidenti caratteristiche romaniche che mostrano l’influenza dei modi costruttivi pisani: arcate a tutto sesto e decorazioni a losanghe. Lungo i muri perimetri laterali dell’edificio corrono gli archetti ciechi e le mensole decorate. All’interno si conserva un magnifico esemplare di pergamo marmoreo, collocato a cavallo tra la navata centrale e quella laterale sinistra, ricomposto nel Cinquecento. L’opera, decorata con formelle scolpite che narrano scene evangeliche, è attribuita alla bottega di Guglielmo e richiama i lavori della scuola pisana. Databile al XII secolo, è stato ricomposto nella zona attuale nel 1583. Nella cappella del Crocifisso si conserva una bellissima Deposizione lignea realizzata entro il 1228. Si tratta di un gruppo scultoreo policromo di ispirazione borgognona dall’impronta scenografica, che può essere confrontato con quello presente nella pieve di Vicopisano. All’interno del Museo di Arte Sacra si conservano interessanti pezzi scultorei di epoca medievale appartenenti alla cattedrale. L’intervento di restauro più significativo è stato realizzato nel 1842 ad opera dell’architetto fiorentino Francesco Mazzeo Mazzei. Nell’occasione si è smontato il soffitto a cassettoni nelle navate minori e sono state costruite le volti attuali; le pareti sono state dipinte a finte bozze bianche e grigie e i capitelli sono stati restaurati. Durante i lavori del nuovo presbiterio, progettato dal collega volterrano Aristodemo Solaini, sono emersi i resti del coro medievale situato nei pressi delle attuali scalinate.
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