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Pieve di Santa Maria e San Giovanni Battista Vicopisano

Nel medioevo la pieve di Santa Maria e San Giovanni si trovava all’esterno del castello di Vicopisano, sulla piazza detta «Campo di Santa Maria» dove si svolgeva il mercato. Collocata in una posizione strategica per la viabilità medievale, la pieve era direttamente dipendente dal vescovo pisano, tanto che le sue forme architettoniche e decorative richiamano da vicino quelle della cattedrale pisana.
Nel medioevo la pieve di S. Maria e S.Giovanni si trovava all’esterno del castello di Vicopisano, sulla piazza detta «Campo di S.Maria» dove si svolgeva il mercato. Collocata in una posizione strategica per la viabilità medievale, la pieve era direttamente dipendente dal vescovo pisano, tanto che le sue forme architettoniche e decorative richiamano da vicino quelle della cattedrale pisana. All’esterno dell’edificio si può osservare un bassorilievo figurato di epoca longobarda e mensole scolpite con soggetti vegetali e animali; gli interni sono invece impreziositi da un importante ciclo di affreschi del XIII secolo. La chiesa presenta caratteristiche costruttive riscontrabili in altri edifici romanici realizzati dalle maestranze itineranti su tutto il territorio di influenza pisana, compresa la Sardegna e la Corsica. Si tratta di un edificio a tre navate absidato con torre campanaria a lato. L’interno è suddiviso in tre navate da due file di sei colonne, interrotte all’altezza del presbiterio da due pilastri a base rettangolare. I capitelli (corinzi, ionici, compositi) e le colonne sono materiali di reimpiego, probabilmente di età romana, come era in uso in quel periodo a Pisa. Sopra le arcate delle navate si apre il claristorio con quattro monofore per parte. La facciata della pieve richiama gli elementi decorativi presenti nella cattedrale pisana: lesene, losanghe gradonate, archetti ciechi. Queste caratteristiche comuni sono motivate dal fatto che il committente della pieve fu l’arcivescovato pisano, che mise a disposizione i propri terreni e le maestranze necessarie per costruirla. La facciata e il fianco laterale sono stati realizzati con una tecnica costruttiva altamente specializzata, detta “da scalpellino”, messa in opera probabilmente da coloro che hanno lavorato, o si sono formati, sul cantiere della cattedrale pisana. Singolare è la presenza di conci «ad aletta» per ancorare le lesene alla facciata, assicurandone la stabilità e la resistenza antisismica. Lo stesso accorgimento si ritrova in alcune chiese sarde e corse. Come in molte pievi del contado, il fianco che non prospetta sulla viabilità principale, in questo caso il destro, è stato realizzato con una tecnica a filaretto, detta “da muratore”, più rapida da mettere in opera e più economica. Nel 934 il vescovo Zanobi nomina prete Giovanni quale rettore della pieve: è questa la prima attestazione della chiesa che conosciamo. Le forme attuali risalgono ad una fase costruttiva databile tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, quando le pievi del territorio vengono ricostruite secondo uno schema comune: pianta a tre navate con abside e campanile a torre, ampie dimensioni, tecnica costruttiva altamente specializzata, decorazioni a losanghe ed archetti ciechi. Nel Seicento gli affreschi trecenteschi che decorano le pareti interne vengono martellati e intonacati secondo i criteri controriformati dell’epoca. Si costruiscono diversi altari addossati alle pareti. Un ulteriore cambiamento avviene nel Settecento, quando l’ingegnere Gaetano Niccolai ricostruisce l’abside e il campanile e aggiunge la Cappella del SS. Sacramento. All’esterno, sul fianco laterale sinistro della pieve, è visibile un ricco repertorio scultoreo di soggetti zoomorfi e antropomorfi. Sulla facciata un bassorilievo raffigura la “Decollazione di San Giovanni Battista”, santo titolare della chiesa. All’interno, lungo le navate, si scopre un ampio ciclo di affreschi con scene evangeliche e fasce decorative, che due anonimi pittori realizzarono alla metà del XIII secolo. Le storie sono raccontate su due registri sovrapposti separati da una sottile cornice. Gli affreschi dovevano inizialmente coprire le pareti laterali e la controfacciata e culminare nella magnifica “Deposizione” lignea policroma, presente nell’abside e risalente anch’essa alla prima metà del XIII secolo. Il gruppo scultoreo presenta richiami iconografici alla “Deposizione” della Cattedrale di Volterra e richiami stilistici al crocifisso del Conservatorio di Barga. Quest’opera appartiene ad una tipologia scultorea che si è sviluppata in area pisana a seguito del gruppo borgognone presente nel Duomo di Pisa. All’entrata della chiesa è stata posta un’acquasantiera composta da un capitello corinzio rovesciato e da una vasca marmorea ricavata da un cippo etrusco. Sulla navata sinistra è stata murata un’acquasantiera marmorea del XIII secolo decorata con motivi floreali, forse proveniente da S. Jacopo in Lupeta. Di grande pregio è il tabernacolo in pietra contenente la statua di San Giovanni Battista, attribuito alla bottega di Nino Pisano e databile al XIV secolo. L’opera proviene dalla chiesa di San Felice a Pisa. Tra gli arredi sacri merita una citazione la croce pettorale porta-reliquie di fattura bizantina, proveniente dalla Siria e databile tra il IX e il X secolo. Questo oggetto mostra una raffinata lavorazione con incrostazione di oro giallo e presenta sul recto il Crocifisso tra Maria e Giovanni circondato da altre scene evangeliche e sul verso Maria orante tra gli apostoli sormontata dall’Ascensione e sormontante la Discesa agli inferi. L’area della chiesa che ha subito maggiori trasformazioni è stata quella del coro: nel XVII secolo le navate laterali sono state prolungate per realizzare da una parte la cappella della Madonna, dall’altra la sacrestia. Nel Settecento, al di sopra della sacrestia è stato realizzato il campanile a base quadrata. Agli inizi del Novecento l’ingegnere Eaco Montanari ha realizzato un importante progetto di restauro per riportare la pieve al suo aspetto medievale, che prevale ancora oggi.
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