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Cava Romana Carrara

L'estrazione di marmi bianchi e colorati delle Alpi Apuane ha inizio in epoca pre-romana ed è proseguita quasi ininterrottamente per oltre duemila anni. Notizie di scrittori di età romana e testimonianze archeologiche costituite da tracce di taglio a piccone, manufatti semilavorati e iscritti, sculture, ceramiche, monete documentano che il bacino marmifero di Carrara è stato al centro di un intenso sfruttamento a partire da epoca romana. L'escavazione e il commercio del marmo avvengono tramite la colonia di Luni fondata nel 177 a.C. e dotata di un porto alla foce del fiume Magra. Dal I secolo d.C. lo stesso Imperatore assume il controllo delle cave e i marmi lunensi trovano largo impiego nella scultura, nell’architettura e nella decorazione di edifici pubblici e privati di Roma e dimolti centri del Mediterraneo, accanto o in sostituzione di famosi marmi greci. La cava romana di Fossacava deve probabilmente il nome alla forma “ad anfiteatro” assunta in seguito alle attività estrattive.
L'estrazione di marmi bianchi e colorati delle Alpi Apuane ha inizio in epoca pre-romana ed è proseguita quasi ininterrottamente per oltre duemila anni. Notizie di scrittori di età romana e testimonianze archeologiche costituite da tracce di taglio a piccone, manufatti semilavorati e iscritti, sculture, ceramiche, monete documentano che il bacino marmifero di Carrara è stato al centro di un intenso sfruttamento a partire da epoca romana. L'escavazione e il commercio del marmo avvengono tramite la colonia di Luni fondata nel 177 a.C. e dotata di un porto alla foce del fiume Magra. Dal I secolo d.C. lo stesso Imperatore assume il controllo delle cave e i marmi lunensi trovano largo impiego nella scultura, nell’architettura e nella decorazione di edifici pubblici e privati di Roma e dimolti centri del Mediterraneo, accanto o in sostituzione di famosi marmi greci. La cava romana di Fossacava deve probabilmente il nome alla forma “ad anfiteatro” assunta in seguito alle attività estrattive. Fornisce un marmo di colore grigio-azzurro che ricorda la qualità descritta dal geografo Strabone insieme a quello bianco lunense. Nel sito erano ancora giacenti alla fine dell’Ottocento manufatti semilavorati con iscrizioni incise, e nel secolo scorso sono stati rinvenuti attrezzi da lavoro in ferro e una statuetta della dea Luna, probabilmente destinata ad un piccolo luogo di culto dei cavatori, ora esposta al Museo del Marmo di Carrara. Sulle pareti della cava sono ancora visibili le tracce di grandi tagli eseguiti a piccone ed alcune sigle incise. Nel Museo del Marmo di Carrara è esposto anche un modello ricostruttivo della cava con la forma ad anfiteatro, le pareti a gradoni e il piazzale di lavorazione con l’argano per il sollevamento dei marmi e il carro per il trasporto a valle, verso l’imbarco al porto di Luni. Con il nome di Fantiscritti viene indicato uno scosceso canalone ricco di marmo bianco ordinario a grana grossa, di colore tendente al ceruleo, all’interno del bacino marmifero di Miseglia. Nonostante l'intenso sfruttamento restano ancora estese tracce delle lavorazioni di epoca romana. Da una cava a oltre 600 mt. di quota proviene il rilievo dei Fantiscritti, un tempo scolpito sulla parete della cava stessa come documentano gli splendidi disegni eseguiti nell’Ottocento dal Salvioni e trasferita alla metà del secolo nell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel rilievo gli imperatori della famiglia dei Severi (inizi del III sec. d.C.) sono raffigurati come Giove, Ercole e Dioniso all'interno di un’edicola. Fu in passato oggetto di reverenziale pellegrinaggio da parte di viaggiatori, studiosi e celebri artisti, come Giambologna e Canova, che vi incisero la loro firma.
Carrara
Accessibilité :
  • Parcheggio dedicato
  • Segnaletica per percorsi interni / esterni
  • Servizi sanitari adattati o dedicati
GRITACCESS:
Contact :
  • Fossa Cava, Strada Comunale per Colonnata - 54033 Colonnata (MS)

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