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Castello Aghinolfi Montignoso

Nel medioevo il castello Aghinolfi ebbe una particolare valenza strategica e fu conteso e ambito con secolari lotte dalle comunità di Lucca e Pisa, dalla signoria dei vescovi di Luni, dai Malaspina e dai loro consanguinei Marchesi di Massa. Le fonti scritte testimoniano l'esistenza della rocca nei secoli dell'alto medioevo: una pergamena datata 753, autentica nei contenuti sebbene rielaborazione tarda del documento originale, cita un oliveto situato nei pressi del "castellum Aginulfi". La fortificazione, delimitata da un'ampia cinta muraria post-medievale, presenta una complessa articolazione interna costituita da un'area residenziale, il vecchio borgo, e da un'area più propriamente militare, contraddistinta dalla presenza del mastio. L'elemento architettonico più interessante del complesso fortificato è il grosso edificio ottagonale, riconoscibile anche come il più antico. Ad Aprile 2001 il Castello viene riconsegnato alla comunità locale e ai visitatori dopo un restauro del Comune di Montignoso. All'interno, un pavimento in vetro mostra al vero la stratigrafia delle pavimentazioni antiche e degli oggetti ivi rinvenuti. Per l'occasione è stata realizzata anche un'installazione multimediale permanente che, all'interno del mastio restaurato, spiega le fasi evolutive del castello mediante ricostruzioni virtuali animate al computer.
Nel medioevo il castello Aghinolfi ebbe una particolare valenza strategica e fu conteso e ambito con secolari lotte dalle comunità di Lucca e Pisa, dalla signoria dei vescovi di Luni, dai Malaspina e dai loro consanguinei Marchesi di Massa. Le fonti scritte testimoniano l'esistenza della rocca nei secoli dell'alto medioevo: una pergamena datata 753, autentica nei contenuti sebbene rielaborazione tarda del documento originale, cita un oliveto situato nei pressi del "castellum Aginulfi". La fortificazione, delimitata da un'ampia cinta muraria post-medievale, presenta una complessa articolazione interna costituita da un'area residenziale, il vecchio borgo, e da un'area più propriamente militare, contraddistinta dalla presenza del mastio. L'elemento architettonico più interessante del complesso fortificato è il grosso edificio ottagonale, riconoscibile anche come il più antico. Per quanto la documentazione scritta attesti la presenza di un'opera fortificata già nell'VIII secolo, la struttura ottagonale è cronologicamente assegnabile ai primi secoli del basso medioevo e sembra rivelare alcuni caratteri, come la ripartizione orizzontale a bande bicromatiche e le dimensioni interne della struttura, tipici di architetture non solo militari ma anche residenziali. Tramite una cortina muraria la struttura ottagonale era collegata alla torre a base circolare, definita nella documentazione come "baluardo di San Paolino". Internamente questa struttura è contraddistinta dalla presenza di una torre circolare, sulla quale grava in parte il carico di una volta anulare continua che scarica, l'altra metà del suo peso, sulla muratura perimetrale. La volta, conservata solo in parte, sorregge un piano calpestabile, una terrazza, mentre la torre circolare, non propriamente concentrica, superava in altezza l'edificio a base ottagonale svolgendo le funzioni proprie di una torre d'avvistamento. È proprio l'ampia visibilità, che dalla cima di Castello Aghinolfi si estende dalla costa toscana fino alla costa Ligure, a caratterizzare questa importante fortificazione. La documentazione del XVI secolo riferisce dell'esistenza di numerose abitazioni, circa 130, esistenti nei due procinti, delle quali sono oggi visibili solamente le fondamenta. Le case erano state erette dai Montignosini come rifugio in caso di pericolo e per questo motivo conservavano derrate alimentari, vino, olio e carne secca. Nel 1585 venne abbattuta la parte alta del mastio, ritenuta più pericolosa che utile. Alla fine del cinquecento risale la sistemazione della piazza d'armi, realizzata tramite la demolizione degli edifici adiacenti al mastio e, probabilmente, la costruzione del muro perimetrale est, con il cammino di ronda e gli accessi al corridoio sotterraneo. L'importanza della fortezza di Montignoso, alla fine del secolo XVI e agli inizi del XVII, era tale per i Lucchesi da richiedere ulteriori interventi fortificatori soprattutto per proteggere il lato rivolto a levante, dove artiglierie nemiche avrebbero potuto infliggere gravi danni; tuttavia la costruzione di nuove murature sarebbe costata una ingente somma, pari a tremila scudi, e una commissione incaricata preferì spendere una modesta cifra per rinforzare quelle già esistenti. Non si hanno notizie di interventi realizzati nel castello posteriormente al secolo XVII e lo stesso cadde in rovina verso la metà del secolo XVIII. Carlo Lodovico di Borbone, Signore di Lucca, lo acquistò per recuperarlo, ma il suo progetto non andò a buon fine. Ad Aprile 2001 il Castello viene riconsegnato alla comunità locale e ai visitatori dopo un restauro del Comune di Montignoso. All'interno, un pavimento in vetro mostra al vero la stratigrafia delle pavimentazioni antiche e degli oggetti ivi rinvenuti. Per l'occasione è stata realizzata anche un'installazione multimediale permanente che, all'interno del mastio restaurato, spiega le fasi evolutive del castello mediante ricostruzioni virtuali animate al computer.
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