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Pieve di Santo Stefano

La pieve di Santo Stefano a Vallecchia, edificata a lato della strada che conduce da Pietrasanta a Seravezza ricalcando il tracciato dell’antica via Francigena, segnava nel medioevo il confine meridionale della diocesi di Luni, estendendo la propria giurisdizione su tutto il territorio di Seravezza.
La pieve di Santo Stefano a Vallecchia, edificata a lato della strada che conduce da Pietrasanta a Seravezza ricalcando il tracciato dell’antica Via Francigena, segnava nel medioevo il confine meridionale della diocesi di Luni, estendendo la propria giurisdizione su tutto il territorio di Seravezza. L’edificio, il cui impianto è riferibile al XII secolo, è stato però ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli – a partire già dalla fine del XIII secolo – e oggi brani di muratura originaria possono essere riconosciuti solo nello zoccolo esterno e, più estesamente, nell’abside. L’edificio ha pianta rettangolare a tre navate divise da arcate impostate su colonne e abside semicircolare. Nella semplice facciata a spioventi si aprono un portale con timpano triangolare, due portali laterali a stipiti lisci ed un rosone. Tipologie di apertura più antiche sono le monofore dell’abside, ad archivolto monolitico, da ricondurre alla costruzione dell’edificio nel XII secolo. Il paramento medievale, nelle parti ancora visibili, è costituito da grandi conci in calcare perfettamente squadrati provenienti dalle vicine cave di Solaio. La facciata è intonacata, così come la parte anteriore del fianco nord e tutto il fianco sud. La torre campanaria, ricostruita dopo essere stata fatta crollare dai tedeschi in ritirata nel 1945, sorge isolata a sud della chiesa. La pieve di Santo Stefano è citata per la prima volta in un documento dell’881, ma l’edificio attuale, nel suo impianto, è riferibile al XII secolo. Nei secoli successivi la chiesa ha però subito svariati interventi: nella seconda metà del XIII secolo, un periodo di lotte tra i Lucchesi, i Pisani e i signori di Corvaia e Vallecchia portò alla devastazione del borgo, al punto che gli abitanti vennero trasferiti nelle vicine Pietrasanta e Camaiore. Anche la pieve venne coinvolta, e sul finire del secolo si procedette ad un consistente intervento di restauro che comportò la riedificazione di parti della muratura e dei pilastri prossimi al coro, come dimostrano i capitelli goticheggianti ancora in opera. Un documento del 1596 attesta poi che a partire da questa data si dette avvio ad una nuova campagna di restauri, che comportò la sostituzione di alcune colonne, la realizzazione del portale centrale e la costruzione di nuovi altari.Come tutta la Versilia medicea, nel 1798 passò dalla diocesi di Luni a quella di Pisa. È stato recentemente restaurato l’affresco del catino absidale, raffigurante Cristo Giudice fra la Madonna e San Giovanni e assegnabile, come l’opera di analogo soggetto ma di maggiore qualità nella pieve di Valdicastello, alla fine del XIV secolo. Nel 1945 i tedeschi in ritirata minarono la torre campanaria della pieve di Santo Stefano, che rovinò sul fianco meridionale della chiesa distruggendo parte della navata laterale destra: in seguito a tale evento disastroso, prende avvio nel 1946 un corposo intervento di restauro e ripristino che prevede, fra le altre cose, la ricostruzione delle parti crollate, la revisione delle coperture con smantellamento delle volte nelle navate laterali, la rimozione delle cornici in gesso. Il campanile verrà riedificato nel 1949. Si pone mano alla chiesa – presentano segnali di degrado gli intonaci e l’affresco trecentesco del catino absidale – anche negli anni Settanta, ma un intervento più consistente avrà luogo nel 1981, quando vengono consolidate tutte le coperture, riverniciato il soffitto e restaurato il colonnato interno.
Pietrasanta
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