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Pieve di San Giovanni e Santa Felicita a Valdicastello

Immersa tra gli ulivi, che in parte la nascondono alla vista di chi percorre la strada poco più in basso, la pieve dei Santi Giovanni e Felicita di Valdicastello rappresentava nel Medioevo il limite settentrionale della diocesi di Lucca, qui confinante con la diocesi di Luni; la sua giurisdizione si estendeva su un ampio territorio, comprendente gli attuali comuni di Pietrasanta e Stazzema.
Immersa tra gli ulivi, che in parte la nascondono alla vista di chi percorre la strada poco più in basso, la pieve di San Giovanni e Santa Felicita di Valdicastello rappresentava nel medioevo il limite settentrionale della diocesi di Lucca, qui confinante con la diocesi di Luni; la sua giurisdizione si estendeva su un’ampio territrorio, comprendente gli attuali comuni di Pietrasanta e Stazzema. Esempio tra i più significativi di architettura romanica lucchese, caratterizzata da monumentale semplicità, la pieve si distingue da altre della zona per la presenza di decorazione scultorea – simile a quella osservabile nella pieve di S. Maria Assunta a Stazzema, che da Valdicastello dipendeva - concentrata all’esterno sul lato settentrionale: nel medioevo infatti il tracciato della strada, a differenza di adesso, percorreva questo lato della chiesa. L’edifico attuale risale probabilmente al XII secolo, ma era stato preceduto da una pieve più antica edificata in un’area poco distante. La pieve ha pianta rettangolare a tre navate suddivise da archi impostati su colonne e abside semicircolare decorata all’interno con affreschi del XIV secolo accostabili al San Cristoforo realizzato in controfacciata. Il campanile è innestato sul corpo dell’edificio, nella parte laterale destra della facciata. Questa è liscia, con l’eccezione di due paraste angolari e una sottile cornice posta sotto il timpano. In facciata si apre un semplice portale con archivolto rialzato e un rosone a otto petali nella parte alta, la cui muratura denuncia apertamente discontinuità rispetto alla parte bassa, che è condotta, così come i fianchi e gli absidi, a filari regolarissimi di conci squadrati. Nei capitelli di stipite del portale di facciata, al colmo delle originarie monofore e nelle mensole degli archetti ciechi di coronamento dell’abside e del fianco settentrionale sono osservabili decorazioni scultoree raffiguranti uomini e animali riferibili a quel XII secolo a cui si data l’edificio: monaci, pellegrini, leoni e serpenti, secondo le iconografie consuete dei bestiari medievali. Negli occhi degli uomini, per un effetto di maggiore vividezza, è stato incastonato un frammento di metallo scuro. La chiesa di Santa Felicita, alla cui dedicazione originaria si aggiunse nel X secolo – come a tutte le pievi – quella a San Giovanni Battista, è citata per la prima volta in quattro contratti d’affitto dell’855. Difficile stabilire se questi documenti si riferiscano ad un edifico posizionato nello stesso luogo di quello attuale oppure alla chiesa precedente di cui sono stati rinvenuti resti nella vicina località significativamente denominata “Pieve vecchia”. In un momento ormai non più precisabile è stato anche modificato il tracciato della strada che fiancheggia la chiesa, trasferito dal lato nord a quello sud. L’edifico attuale comunque è riferibile, per le caratteristiche dell’architettura e della decorazione scultorea, al XII secolo, ma l’impianto originario è stato modificato all’inizio del XV secolo, quando il pietrasantino Bonuccio Pardini rialzò la navata centrale e modificò il colonnato interno, oltre ad inserire nella parte alta della facciata un ampio rosone. Il campanile attuale è stato realizzato nel 1583 ad opera di Vincenzo Bazzichi. La pieve, nel 1789, è passata dalla diocesi di Lucca alla diocesi di Pisa, cui ancora pertiene. Il catino absidale è decorato con affreschi del XIV secolo raffiguranti Cristo Giudice fra la Madonna e San Giovanni e assegnabili ad un seguace di Turino Vanni; al di sotto di essi, compare una teoria di Santi. Sulla parete interna del campanile troviamo invece un San Cristoforo ad affresco di epoca forse precedente; sulla parete della navata laterale sinistra si osservano alcune sinopie riferibili probabilmente al medesimo intervento. All’interno della chiesa è presente anche una cassa marmorea con protomi umane in cattivo stato di conservazione assegnabile forse al XIII secolo. Alla fine dell’Ottocento la pieve di Santa Felicita e San Giovanni venne sottoposta a un intervento di restauro che comportò il ribassamento del piazzale antistante la chiesa e il rifacimento degli intonaci e del pavimento del coro, realizzato in marmo. Pochi gli interventi successivi: negli anni Trenta si provvede ad una ristrutturazione del tetto; negli anni Sessanta, in seguito ai danneggiamenti dovuti alla caduta di un fulmine, tutto l’edificio viene ricontrollato staticamente e si procede in alcuni punti ad un consolidamento effettuato mediante posa in opera di catene metalliche.
Pietrasanta
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