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Pieve di Santa Maria Assunta a Stazzema

Nel cuore dell’Alta Versilia, alle porte di quell’abitato di Stazzema nel cui territorio comunale ebbe luogo il tragico eccidio nazista dell’agosto 1944, sorge la pieve di Santa Maria Assunta. La chiesa, isolata, volge alla strada la sua parte tergale, per affacciarsi con il fronte sul dirupo che vede scorrere alle sue pendici il torrente Vezza.
Nel cuore dell’Alta Versilia, alle porte di quell’abitato di Stazzema nel cui territorio comunale ebbe luogo il tragico eccidio nazista dell’agosto 1944, sorge la pieve di Santa Maria Assunta. La chiesa, isolata, volge alla strada la sua parte tergale, per affacciarsi con il fronte sul dirupo che vede scorrere alle sue pendici il torrente Vezza. Nell’edificio è individuabile una stratificazione di interventi che denunciano l’importanza sempre maggiore assunta dalla zona in epoca medievale e post-medievale, fino all’elevazione della chiesa al rango di pieve nel 1652: ad un edificio a navata unica esemplato sul modello della pieve di Valdicastello, da cui la chiesa in origine dipendeva, si sono aggiunte nei secoli le navate laterali e gli edifici attigui, si è modificata la parte tergale, si è costruito e ricostruito il campanile, mantenendo tuttavia un’armonia dell’insieme che contribuisce a conservare intatti l’interesse e la suggestione del luogo. L’edificio ha pianta a tre navate divise da arcate a tutto sesto impostate su colonne monolitiche; non ha abside, ma tale situazione è probabilmente derivata dal processo di ampliamento avviato dal XV secolo, quando, insieme all’aggiunta delle navate laterali con il loro soffitto voltato, alla creazione del soffitto cassettonato della navata centrale e all’ampliamento dell’area presbiteriale, venne forse rettificata la parte tergale. La muratura esterna è costituita da filari regoli di conci squadrati di calcare bianco, reimpiegati con apparecchiatura simile benché meno regolare anche negli ampliamenti post-medievali. In facciata si aprono tre portali, due oculi laterali ed un rosone centrale; la parte centrale è risalente al XII secolo con l’esclusione del rosone, riferibile al XV secolo, ed è conclusa in alto da una teoria di archetti monolitici impostati su mensoline decorate da raffigurazioni zoomorfe, analoghe a quelle osservabili nell’archivolto del portale centrale: tutto l’apparato decorativo è stato realizzato dalla solita maestranza responsabile della decorazione scultorea della pieve di Valdicastello. Il loggiato che si innesta sulla parte sinistra della facciata è stato realizzato nel 1601, mentre il campanile attuale è stato costruito verso la metà del secolo XVIII. Nel primo documento riferibile alla chiesa, dell’876, essa risulta dipendente dalla pieve di Santa Felicita a Valdicastello: tale dipendenza, difficilmente spiegabile se si considerano le attuali vie di comunicazione, era invece facilmente motivata dalla vicinanza geografica delle due località, poste a pochi chilometri di distanza e unite da antichi tracciati viari. E, come la pieve di Valdicastello, anche l’attuale chiesa di Santa Maria Assunta, limitatamente alla navata centrale e alla porzione di facciata corrispondente, è stata costruita nel XII secolo: a ribadire il legame, la decorazione scultorea di questa parte della facciata è stata eseguita dalla solita maestranza che ne ha realizzata una tanto simile a Valdicastello. Nei secoli successivi la località si sviluppa grazie allo sfruttamento delle risorse minerarie del territorio e ad un’oculata strategia di alleanze politiche, che la porteranno infine nel XV secolo ad entrare nel dominio di Firenze. Da queste date prende avvio anche il processo di ampliamento dell’edificio, che comunque, nonostante le molte pressioni esercitate in senso contrario, manterrà fino al 1652 la dipendenza formale dalla pieve di Valdicatello e fino al XVIII secolo l’appartenenza alla diocesi di Lucca. Nel 1788 la pieve di Santa Maria Assunta passerà, con le altre pievi dell’Alta Versilia, alla diocesi di Pisa. In chiesa è presente una tavola con Assunzione della Vergine di Pietro di Talata (già conosciuto come Maestro di Borsigliana) eseguita intorno al 1460 e collocata sull’altare maggiore fino al Seicento. L’edificio è stato danneggiato, come molti altri della zona, da un terremoto dei primi anni ’20 del XX secolo: in seguito a tale evento, si procedette con un intervento di restauro nel corso del quale si riparò il campanile, parzialmente crollato, si consolidarono le strutture portanti e si riparò il sistema di volte delle navate minori, che risultava essersi scollato dai muri laterali su cui si impostava.
Stazzema
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