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Il borgo fortificato di Montecastrese (Camaiore)

Frequentato dai Liguri Apuani, il colle fu abitato nell’Altomedioevo e trasformato in castello nel X secolo. Ingrandito nel XII secolo, il castello fu conquistato dai Lucchesi e abbandonato nel corso del 1200. Il cassero, sul- la sommità, conserva i resti delle mura, di due torri di avvistamento, di un dongione e di numerose abitazioni. La parte inferiore, cinta da una seconda cerchia muraria, mostra le vestigia del borgo e della chiesa di S. Barbara con area cimiteriale.
Il castello sorge in posizione strategica per il controllo del territorio e della viabilità su un colle che era già abitato nel III secolo a.C. e che venne nuovamente occupato nell’Altomedioevo assumendo, dal X secolo, l’aspetto di un luogo fortificato. Nel XII secolo, il castello raggiunse le fattezze attuali, occupando una superficie di circa 2,5 ettari. La parte sommitale, il cassero, chiusa da mura, racchiude due torri di avvistamento, un dongione, cioè una torre residenziale, e numerose abitazioni. Ai piedi del cassero, il borgo, cinto da una seconda più ampia cerchia muraria di quasi 1 km, comprende un centinaio di abitazioni e una chiesa dedicata a S. Barbara. Nell’area cimiteriale annessa alla chiesa sono state rinvenute alcune fosse utilizzate come ossari per tumulare adulti e bambini. Nel 1219 i potenti signori versiliesi delle famiglie Da Corvaia e Da Vallecchia stipularono un atto di concordia nel quale si spartirono i loro possedimenti, compreso Montecastrese. Pochi anni più tardi, i lucchesi conquistarono il castello e ne abbatterono le torri, mentre il borgo venne pian piano abbandonato, fino a spopolarsi nella seconda metà del Duecento. A partire dalla fine del Quattrocento il colle venne trasformato in un uliveto, funzione che mantiene tutt’oggi. La torre a monte, a base quadrata di 5.40 m di lato, è stata eretta nel XII secolo e occupa la porzione più elevata dal castello, in precedenza insediata da strutture in legno altomedievali e da una prima struttura in pietra. Si tratta di una torre di avvistamento alta circa 12-15 m, priva di aperture ma dotata di una cisterna nel basamento, la cui cima era raggiungibile con una scala di legno, retrattile, poggiante su una mensola. La struttura, che fu abbattuta a seguito della conquista del castello da parte dei lucchesi intorno al 1225, era racchiusa da una cinta quadrangolare di circa 11 m di lato, con un vano stretto e lungo, con probabile funzione di corpo di guardia, munito di doppio accesso. L’abbattimento delle torri, ad opera di maestranze specializzate, veniva fatto scalzando con picconi, sui 4 lati, le pietre del paramento della torre che si sostituivano con pali di legno, quali puntelli temporanei della struttura che poi venivano incendiati. Il venir meno del sostegno dei puntelli provocava il cedimento strutturale della torre e la sua caduta. La casa con dispensa fa parte di una serie di 3 edifici disposti su due livelli, separati tra loro da piccoli stradelli, larghi circa 1,5 m e impostati direttamente sulla roccia, i quali si congiungevano con la strada principale di collegamento tra le due torri lungo il crinale. L’edificio fu abbandonato entro la metà del Duecento, in concomitanza con la conquista del castello. Lo sperone di roccia che domina la vallata di Camaiore fino al mare venne scelto per la costruzione di una torre e di un dongione (edificio residenziale). Da qui era possibile essere in diretto contatto visivo con i vicini castelli di Greppolungo e Pedona e controllare il passaggio di uomini e merci che percorrevano la Via Francigena attraversando Camaiore da e verso Lucca. Verso mare sono visibili i resti di una più ampia struttura rettangolare, probabilmente un dongione, una torre o piccolo palazzo abitato dal signore o da colui che amministrava il castello in sua vece. La casa del borgo, immediatamente a ridosso delle mura di cinta, è composta da due ambienti distinti monofamiliari, a sbalzo, ed è stata costruita in parte tagliando e sfruttando la roccia di base. Questo edificio è stato abitato fino alla seconda metà del Duecento, dimostrando come il borgo si sia spopolato più tardi rispetto al cassero. La “casa della macina” èstata costruita su un precedente edificio, anch’esso medievale, tagliando e sfruttando la roccia di base. I muri sono stati eretti in pietra e il tetto, a doppio spiovente, era sorretto da travi di legno e coperto da lastre di scisto. La casa si sviluppava su due ambienti sovrapposti divisi da un solaio poggiante su un’orditura in legno. Nell’ambiente inferiore è stata trovata un tipo particolare di macina basculante, ricavata da un blocco di calcare di circa 2 m, con una stretta e lunga concavità: funzionava grazie ai continui passaggi di una pietra collegata ad un pendolo azionato a mano e sospeso ad una struttura di legno, che rendeva possibile la frantumazione dei cereali.
Camaiore
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