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Museo Civico Archeologico della Civiltà etrusca "Enrico Pellegrini" e Museo Archeologico all'aperto "Alberto Manzi" – Pitigliano

La denominazione Musei Civici Archeologici di Pitigliano comprende due distinte realtà, che si integrano a vicenda nell’ottica del museo diffuso. Il Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca, completamente rinnovato nell’apparto espositivo e didattico, comprende i materiali archeologici delle due città etrusche situate nel territorio comunale: Poggio Buco e Pitigliano. Il Museo archeologico all’aperto Alberto Manzi, aperto nel 2003, con gli allestimenti didattici nelle tombe e i modelli di abitazioni protostoriche ed etrusche, immerge il visitatore nell’ambiente dai quali gli oggetti esposti nel museo provengono.
Il Museo Civico Archeologico "Enrico Pellegrini", già della Civiltà etrusca, è stato intitolato all’archeologo pitiglianese - e direttore scientifico dei Musei - nel 2019. Inaugurato l'11 marzo 1995, si trova in un'ala della struttura di Palazzo Orsini. Il percorso espositivo ruota intorno al laboratorio di restauro, anch'esso vetrina di reperti di grande interesse, occasionalmente attivo per attività di restauro conservativo. Le prime due sale, dedicate alla Collezione Vaselli, accolgono i reperti provenienti dalla necropoli di Poggio Buco, dove Adele Vaselli aveva condotto scavi nei terreni di sua proprietà nel corso della metà del XX secolo. Fanno parte della raccolta numerosi vasi con decorazione geometrica, le ceramiche da simposio in bucchero ‘pesante’, i grandi crateri e le anfore acquarie (hydriae) per la mescita del vino, tutti databili tra la fine del VIII e il VI sec. a.C. Particolare il lotto di ceramiche con decorazioni di animali reali e fantastici dello stile etrusco-corinzio (fine VII-metà VI sec. a.C.) che attestano tutte le fasi di questa fiorente produzione ceramica rielaborata dalle maestranze vulcenti nel corso dell’età Orientalizzante. Le ceramiche in argilla depurata e a impasto bruno levigato (VII-VI secolo a.C.), e il raffinato frammento di kylix attica a figure nere - attribuito alla cerchia di Exekias - pertengono alla Collezione Martinucci e agli scavi effettuati a Pitigliano sul finire del XIX secolo. Di più recente scoperta sono alcuni reperti del contesto abitativo di contrada ‘Le macerie’, all’inizio del Ghetto ebraico, e quelli del versante Nord della rupe tufacea su cui si erge il paese; gli uni fanno risalire la presenza dei primi insediamenti stabili al Bronzo finale (XII sec. a. C.) e gli altri suggeriscono una continuità d’uso dello spazio abitativo, senza apparente interruzione di continuità, sino ad almeno il IV-III sec. a.C. Il Museo Archeologico all'aperto "Alberto Manzi" nasce da un’idea del Maestro Manzi, sindaco del bel paese tra il 1995 e il 1997. Alla base del progetto vi è una forte valenza didattica, la ferrea volontà di contrastare il processo di deterioramento del patrimonio ambientale e i saccheggi dei monumenti funerari di età etrusca ad opera di scavi clandestini, valorizzando al contempo il patrimonio naturale e storico di questo angolo d’Etruria. L’area archeologica all’aperto consente al visitatore di immergersi completamente nella storia dei luoghi. Passeggiando nella cd."Città dei vivi" è possibile, infatti, ricostruire le varie fasi dell'impianto urbano: dall'articolato villaggio protostorico dell'età del bronzo finale, rappresentato da un modello didattico di abitazione del tipo a capanna circolare realizzato in dimensioni vicine al vero, alla città etrusca con la casa a tre vani e portico che consente, con scorci virtuali, di osservarne l’interno. Una via "cava" conduce alla sottostante "Città dei morti", dove è possibile visitare la necropoli etrusca del Gradone, con tombe a camera in uso dalla seconda metà del VII fin quasi alla fine del VI secolo a.C. Lungo il percorso è possibile visitare la tomba “dimostrativa” all’interno della quale è stata allestita la sepoltura di Velthur e Larthia e rivivere, in tal modo, la sacralità e le emozioni di una cerimonia funebre etrusca. Un’ulteriore discesa conduce alla necropoli di San Giovanni con tombe a camera e a cassone litico vulcente utilizzate dal VI al IV-inizi III secolo a.C. A questa necropoli si riferiscono due tombe monumentali, pregevoli per dimensioni e realizzazione architettonica: una con coppia di pilastri, che oggi ospita alcuni pannelli con le immagini delle animazioni teatrali in costume svolte in estate nell’area archeologica, l’altra con soffitto scolpito a travi e decorazione dipinta lungo le pareti. Una esemplificazione del vasellame in esse rinvenuto è esposta nel Museo Civico archeologico “E. Pellegrini” presso la Fortezza Orsini di Pitigliano, altri più pregevoli materiali si trovano al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e al Museo Archeologico e d’Arte Sacra di Maremma a Grosseto.
Pitigliano
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Contact :
  • Piazza Fortezza Orsini, 59/c

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