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Ipogeo e villaggio di San Salvatore di Sinis

Luogo di culto dedicato oggi a San Salvatore, con tracce risalenti al Neolitico, all'interno di un villaggio popolato in occasione della "Corsa degli Scalzi", una delle celebrazioni più sentite in tutta l'isola.
San Salvatore di Sinis, frazione di Cabras, da cui dista nove chilometri lungo la strada che porta alla splendida spiaggia is Arutas e all’antica città di Tharros, è un piccolo villaggio sorto in un’area sacra sin da età nuragica. Il sito presenta tracce di frequentazione già dal Neolitico. Sin da epoche antichissime si evidenzia la sua vocazione cultuale. In età nuragica vi fu scavato un pozzo sacro per il culto delle acque; nel periodo punico l'area fu dedicata a Sid, il dio guaritore; i Romani vi praticarono il culto di Asclepio; in età cristiana, il luogo fu destinato ai riti in onore del Salvatore. L'ipogeo, parzialmente scavato nella roccia, è sotto la chiesa dedicata a San Salvatore, costruita nel XVII secolo e attorno alla quale si sviluppò il villaggio di "cumbessias", alloggi per i pellegrini che si recavano a San Salvatore per compiere il proprio percorso devozionale. L’ipogeo fu trasformato, dal IV secolo, in santuario paleocristiano in onore del Salvatore. Sulle pareti di tutte le sale si trovano iscrizioni puniche, greche, latine e perfino una in arabo, forse risalente ad assalti di predoni islamici nel Medioevo; oltre alle iscrizioni si possono ammirare splendidi affreschi paleocristiani e graffiti e decorazioni riconducibili a scene di vita quotidiana di epoca romana e a culti pagani. La chiesa è attorniata da sas cumbessias, piccole e disadorne abitazioni edificate a fine XVII secolo, adibite all’alloggio dei pellegrini durante le novene, in onore di san Salvatore, tra agosto e settembre. Il clou delle celebrazioni inizia all’alba del primo sabato di settembre con la Corsa degli scalzi, uno degli eventi identitari più suggestivi e sentiti della Sardegna. La processione coinvolge oltre 800 curridoris in saio bianco, che accompagnano a piedi nudi su un lungo sterrato il simulacro del santo dalla chiesa di santa Maria Assunta di Cabras alla borgata. E la riportano nella parrocchiale il giorno seguente. Nota di colore: il villaggio, per la somiglianza a paesaggi americani di frontiera, venne affittato a produttori cinematografici per la realizzazione di film del genere "spaghetti western", diventando villaggio di Arizona o Nuovo Messico (saloon incluso) in film come ‘Giarrettiera Colt’ (1968).
  • Cappella
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          • Piazza San Salvatore, s.n.c. Località San Salvatore 09072 Cabras

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