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Torre di San Giovanni di Sinis - Cabras

La Torre di San Giovanni, così denominata per essere vicina alla chiesa di San Giovanni di Sinis, fu costruita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo sulla sommità dell’altura che sovrasta l’area archeologica di Tharros, a circa 50 metri su livello del mare, per proteggere le popolazioni locali dalle incursioni dei pirati e dei corsari barbareschi che provenivano dal vicino Nord-Africa.
Tra il XVI e il XVII secolo, su iniziativa della Corona di Spagna, furono costruite lungo il litorale del Sinis di Cabras le torri di San Giovanni (conosciuta come Torre Spagnola), di Capo San Marco (conosciuta com Torre Vecchia) e del Sevo (conosciuta come Turr’e Seu). Come le altre torri costiere sarde, esse furono edificate per proteggere le popolazioni locali dalle incursioni dei pirati e dei corsari barbareschi provenienti dal vicino Nord-Africa. Un’altra torre, quella di Su Pottu, fu impiantata probabilmente alla fine del Seicento, sulla sponda dello Stagno di Cabras con funzione di guardia e protezione delle attività di pesca praticate nel bacino lacustre. Edificata probabilmente durante il regno di Filippo II, e forse durante il viceregno del De Moncada, la Torre di San Giovanni era una "torre de armas", cioè una torre "gagliarda", atta alla difesa. Esteriormente somigliante a due cilindri sovrapposti, ha un diametro di base di oltre 14 metri e un'altezza, terrazzo compreso, di circa 11 metri, a cui bisogna aggiungere la zoccolatura di fondazione e il parapetto della piazza d'armi, cioè la terrazza all'aperto armata con cannoni e spingarde, per un totale di circa 15 metri. Il materiale utilizzato per la costruzione, di circa 4 metri di spessore, è arenaria calcarea ma si riconosce materiale di recupero dalle rovine punico-romane della zona e dell'area archeologica di Tharros. L’ingresso si apre ad una quota di circa 8 m da terra, raggiungibile oggi tramite un vano scala esterno realizzato nell’Ottocento; un’ampia sala circolare voltata a cupola, illuminata dall’alto tramite un lucernario, presenta sul pavimento una botola che permetteva l’accesso alla cisterna per la raccolta dell’’acqua piovana, mentre intorno, ricavati dallo spessore murario, si collocano il caminetto e il locale della “santabarbara”, il deposito delle munizioni. Sulla terrazza, accessibile tramite una scala interna, nella seconda metà del XIX secolo, quando la torre fu presidiata per reprimere il contrabbando, furono edificati due alloggi in muratura di pietrame e mattoni. Inoltre, per facilitarne l'accesso, all'ingresso venne addossato un corpo quadrangolare con una scala in legno a più rampe. La Torre di San Giovanni è stata restaurata tra il 1987 ed 1990 ed è l’unica delle torri del Sinis visitabile anche internamente. (fonte: https://www.tharros.sardegna.it/)
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