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Pentema (Torriglia)

Pentema è una frazione del Comune di Torriglia. Dal Capoluogo si deve percorrere la SP 62, in direzione della Val Trebbia, e voltare poi al bivio per Donnetta, prima della galleria della Buffalora. Raggiunta Donnetta, si attraversa la piccola frazione e si prosegue verso il Colletto di Pentema. Dal Colletto si gode una splendida vista sull'Appennino Ligure. Si scende poi su Pentema, che appare, fra gli alberi, in tutta la sua antica bellezza. Il paese è a 827 m di altitudine, ed è il più importante insediamento della selvaggia e bellissima Val Pentemina. La strada che, da Pentema, scende su Montoggio è ancora parzialmente sterrata e, con pioggia o neve, è sconsigliata, a meno di guidare un 4x4. Le difficili comunicazioni hanno mantenuto Pentema, fino a pochi decenni fa, in un quasi totale isolamento, favorendo l'emigrazione, e l'abbandono, ma anche la conservazione di quello che si può definire uno dei più begli esempi di insediamento dell'Appennino del Genovesato. Pentema è da vedere tutta, lentamente, passeggiando su e giù per le creuse in risseu grigio, fra le case di pietra. Le prime notizie documentate sul paese risalgono al 1453, ma si può supporre un insediamento ben più antico, in un luogo che è su percorsi strategici di comunicazione con l'oltregiogo e vicino a pascoli ricchi, ottimi per le agili cabannine locali. Da vedere la grande chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, Patrono del paese. Di costruzione ottocentesca, testimonia una relativa agiatezza dei Pentemini, in un epoca di grande presenza demografica e con una discreta incidenza dell'allevamento di bestiame nell'economia locale. All'interno una statua lignea, dedicata alla Madonna della Neve, attribuita alla scuola del Maragliano. Ci si può fare un'idea della vita che si conduceva a Pentema, visitando il Museo della civiltà contadina. Situato, dal 2010, in una delle case più antiche di Pentema, restaurata, in modo attento e corretto, con il contributo della Fondazione Carige. Lo spopolamento del dopoguerra ha portato alla chiusura della scuola e di tutti i negozi e le osterie, ma in questi ultimi anni, alcuni operatori hanno creato strutture ricettive, con attrezzature per il ricovero dei cavalli in transito , a disposizione di turisti e viaggiatori alla ricerca di tranquillità, verde, buona cucina e antiche atmosfere. Nel periodo natalizio Pentema diventa un grande presepe a grandezza naturale: rivive un'epoca passata, attraverso un'attenta ricostruzione di ambienti e mestieri. I personaggi (manichini a grandezza naturale) sono vestiti con costumi d'epoca, inseriti in momenti di vita quotidiana, nei luoghi del borgo dove, in passato, realmente operavano. Nella seconda Domenica di Agosto si tiene la festa del paese, e, il 29 dello stesso mese, si festeggia la Madonna della Guardia, in una cappella posta su un crinale nel bosco (circa mezz'ora di cammino), con relativa festa campestre, con musica e balli tradizionali. La musica e i balli tradizionali, così come la lingua, nelle sue varianti valligiane, sono inseriti in un contesto culturale omogeneo, chiamato delle “Quattro Province” (Genova, Alessandria, Piacenza e Pavia), caratterizzato da usi e costumi comuni. Ancora oggi il piffero appenninico fa danzare la gente di questi luoghi, accompagnato dalla fisarmonica, ma, un tempo, dalla musa (si pronuncia con la u chiusa, come in Francese), la cornamusa del nord-appennino, con un solo bordone ed un limitato range di note, caratteristica che la destinava, quasi unicamente, all'accompagnamento.
Torriglia
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