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Protonuraghe Bruncu Madugui -Gesturi -Valle dei menhir

Il monumento si affaccia sul ciglio sud-orientale della Giara, altopiano basaltico al confine tra le regioni della Marmilla, del Sarcidano e dell'Arborea. L'edificio appartiene alla categoria dei protonuraghi o nuraghi "a corridoio" e consta di blocchi irregolari di basalto con planimetria irregolare ed è stato datato per lungo tempo al calcolitico e al bronzo antico. Studi più recenti propongono una datazione al bronzo medio (XV-XIV sec. a.C.) e danno una nuova interpretazione architettonica dell'edificio: in particolare, i due ambienti principali non sarebbero capanne con coperture a vista sul terrazzo, ma camere interne. A circa 100 m dal nuraghe si estende un villaggio di capanne disposte in isolati, raccordate tra loro intorno a cortili comuni centrali, con focolari, nicchie, sedili e ripiani alle pareti. Le capanne hanno restituito materiali del Bronzo finale (XIII-X sec. a.C.). La Giara di Gesturi è un altopiano basaltico di origine vulcanica. Situato nella Sardegna centro- meridionale, al confine tra la "bassa marmilla" e il "sarcidano", si estende su una superficie di 42 Kmq a circa 600 m. sul livello del mare. La notorietà dell'altopiano, a livello internazionale, è dovuta alla presenza dei famosi "cavallini della Giara" che vivono allo stato brado, perfettamente integrati nell'ambiente. Tali cavallini sono una specie tra il normale cavallo ed il pony, hanno il manto scuro e l'altezza che in media raggiunge il metro e venti al garrese. La loro presenza sulla Giara è antichissima, come alcuni siti archeologici stanno a testimoniare. La Giara è un altopiano dove il tempo perde il suo valore e lascia il passo all'incedere delle stagioni, senza che le stagioni cambino nulla. Forse la Giara è un brandello di corpo celeste caduto dal cielo, che muta colore e profumi se piove o se comanda il sole. Un eremo silenzioso dove vegetazione, acqua ed animali possono vivere in un insieme quasi indistinto, elementi di un paesaggio unico ed irripetibile. Una sorta di fortezza dove la natura si ripara dall'avanzare rumoroso dell'umanità e dove regna sovrano il disordine straordinariamente organizzato della natura stessa. Una natura misteriosa quanto misterioso è il nome del luogo: la Giara, "sa Jara" nel sardo di queste zone, forse il residuo di un linguaggio remoto, precedente la conquista dell'isola. Giara forse come il risultato mutato nel tempo del vocabolo greco "glarea", la ghiaia, dal ruvido pietrisco misto a ciottoli che ricopre l'intera superficie dell'altopiano. Un'isola nell'isola. Quarantacinque chilometri quadrati segnati da rocce, boschi di leccio e di sughere, macchia mediterranea ed una densa coltre di specie botaniche disparate, concentrate in un'area talmente ristretta da sembrare un museo naturale, circondato e forse un tempo difeso da ventitré nuraghi ed aperto sulla Marmilla e sul Sarcidano, terre in cui l'uomo nei secoli ha potuto incidere appena il tanto da garantirsi la sopravivenza. Camminare sulla Giara, percorrere i suoi 14 chilometri di lunghezza attraverso i segni che l'uomo ha lasciato nell'arco di 3500 anni è un'esperienza che non ha riscontri: abitata fin dalla preistoria, risulta difficile distinguerei resti del passato dai detriti lavici che la rivestono.
Gesturi
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        • Parte sud-orientale della Giara di Gesturi

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