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Nel margine settentrionale di Triora, raggiungibile a piedi dal borgo, sorge il castello. A dire il vero non resta moltissimo di questo maniero, ma la residua cinta muraria con quel che rimane del torrione, posto nell'angolo già elevato per meglio scorgere l'avvicinarsi del nemico, e della cisterna mantengono intatto il loro fascino. Costruito interamente sulla roccia dalla Repubblica di Genova a difesa dei suoi confini, al pari delle altre quattro fortezze venne varie volte danneggiato dagli stessi trioresi per protesta contro l'esosità delle imposte. In una famosa pittura di Matteo Vinzoni della seconda metà del XVIII secolo, il castrum vetus Trioriae appare in parte diroccato i genovesi, non potendo farne a meno per la sua importanza strategica, provvidero sempre a riedificarlo. Dal castello è ben visibile un'altra fortezza, chiamata semplicemente il fortino, che difendeva il paese dall'alto, funzionando fino al 1850 come posto di dogana con il Piemonte. Un castello di confine per un borgo di confine, segnato nella sua storia della secolare presenza del vicino Piemonte. Un confine tra la Repubblica di Genova e diversi potentati che per secoli hanno cambiato nome, fino a quel Regno di Sardegna che, dopo il Congresso di Vienna, ha definitivamente messo fine alla funzione di questa linea immaginaria.

Triora

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