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Pieve di San Pantaleone a Pieve a Elici

Il lago di Massaciuccoli e il mare si spalancano sotto lo sguardo della Pieve di San Pantaleone (XII secolo), distesa su un’altura “in loco Illice”, il “posto dei lecci” che ancora oggi, con le distese di ulivi, incorniciano la chiesa.
Il lago di Massaciuccoli e il mare si spalancano sotto lo sguardo della Pieve di San Pantaleone, distesa su un’altura “in loco Illice”, il “posto dei lecci” che ancora oggi, con le distese di ulivi, incorniciano la chiesa. Costruito in posizione tale da dominare insieme il tracciato antico della via Aurelia, parallelo al mare, e quello che si muoveva verso l’interno unendo Camaiore a Lucca, l’edificio accentua con le sue caratteristiche architettoniche l’impressione di maestosità data dalla sua posizione e dal suo isolamento. Il liscio paramento a conci squadrati, il cui rigore viene sottolineato dall’assenza di ornamentazione scultorea e dalla semplicità delle aperture, e la proporzione tra le parti, improntata ad un moderato verticalismo che la torre campanaria, isolata in posizione mediana sul lato meridionale, rimarca. Tali caratteristiche risalgono ad un’unica fase costruttiva, databile al XII secolo, che coinvolge tutte le parti dell’edificio attuale con l’eccezione di porzioni del paramento del fianco settentrionale, di epoca precedente. È riferibile ad una fase precedente anche la vasca battesimale in macigno attualmente collocata sul prato a fianco della pieve. L’edificio è a pianta basilicale senza transetto ed unica abside, con tre navate separate da archi a tutto sesto impostati su pilastri a base quadrangolare con spigoli smussati e copertura a capriate lignee. All’esterno il paramento è liscio con l’eccezione di una cornice marcapiano che taglia la facciata ai due terzi dell’altezza. In facciata si aprono un semplice portale con architrave liscio e archivolto rialzato ed una bifora con capitello a stampella; due portali di analoga impostazione si aprono anche nel fianco sud, ma uno dei due è tamponato; la parte alta della navata centrale e l’abside sono scanditi da strette monofore. Il paramento è interamente realizzato con una muratura formata da conci squadrati posti in opera in filari regolari, riferibile al XII secolo in armonia con le caratteristiche architettoniche dell’edificio; non è omogenea a tale conduzione parte del fianco nord, in cui una muratura a bozze di minori dimensioni fa ipotizzare una datazione precedente. A metà circa del fianco meridionale, separata dal corpo della chiesa, si erge la torre campanaria, integralmente riferibile alla medesima fase di XII secolo. La prima citazione di una pieve in località “Elice” è dell´892: intitolata a Sant’Ambrogio, nel 984 verrà dedicata anche a San Giovanni Battista, come consuetudine per molte pievi in questo periodo storico. Ultima – documentata nel 1148 ma risalente probabilmente all’XI secolo – la dedicazione a San Pantaleone. Non restano tracce costruttive dell’edificio originario, mentre si ha testimonianza di una fase costruttiva dell’XI secolo – tracce nel paramento del fianco nord – appena precedente quindi la costruzione dell’edificio attuale, risalente al XII secolo. Il territorio sotto la giurisdizione della pieve era in origine molto ampio, ma fin dal XIII secolo si registrano numerosi tentatvi di affrancamento di chiese da essa dipendenti, come quelle di Gualdo e Massarosa. La località peraltro, nonostante l’attrazione esercitata dal luogo di culto, non è mai diventata un vero centro abitato. Nello specchio dell’altare della navata sinistra è visibile un’Annunciazione trecentesca che testimonia, insieme ai lacerti nella testata della medesima navata, una decorazione a fresco della chiesa che doveva avere un’estensione oggi non più ricostruibile. Non è di epoca medievale (è datata nella predella al 1470) ma è ricca di suggestioni che nell’arte del Medioevo trovano origine, la straordinaria pala d’altare marmorea dell’altar maggiore, realizzata nell’ambito della bottega degli scultori pietrasantini Riccomanni in forma di trittico, con la Madonna in trono fra i Santi Giovanni Battista e Pantaleone: un richiamo alle trecentesche pale dipinte a fondo oro, qui realizzato nel candore quasi altrettanto brillante del marmo bianco. Nel Settecento la chiesa è stata sottoposta ad un intervento volto a conformare l’edificio al gusto dell’epoca: sono state tamponate parte delle aperture originarie, ivi compresa la bifora in facciata, e sostituite con grandi finestroni rettangolari. All’interno sono stati realizzate volte al di sotto delle copertura a capriate e nuovi altari e le pareti sono state integralmente intonacate; gli spigoli dei pilastri, originariamente squadrati, sono stati smussati. Nel corso del Novecento tali interventi sono stati gradualmente smantellati per ricondurre l’edificio ad un’ipotetica versione medievale: all’inizio del secolo sono stati eliminati le volte, riportando alla luce il tetto a capriate, e gli altari settecenteschi. Nel 1956 sono state ripristinate le aperture originarie e le pareti sono state stonacate, facendo così emergere anche frammenti di affreschi medievali nella testata della navata laterale sinistra. Nella parte meridionale della zona absidale si individua una porzione di paramento a filaretti di pietra alternati a cotto che è probabilmente riferibile ad un intervento di restauro successivo ad un evento sismico negli anni Venti del Novecento.
Massarosa
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